Ci pensi mai al mio vestito elegante artistico trasandato?
Ci pensi mai alla notte trascorsa tra le vie di Verona?
Io penso alle tue scarpe che ti ferivano i piedi, alla tua gonna bianca.
Ci pensi mai al parlar di Jazz con un viandante, al passeggiare con te sulle spalle?
Ci pensi mai al bicchiere di Porto Rosso?
Alla complicità di quel giorno?
Di quei giorni?
Passa ogni tanto, attraversa la mia mente, scorre dolce, lieve, scorre.
Se ne va.
Ma se penso a quel che era, quello è il giorno più bello.
Era tutto già morto, tra il bello del passato e il brutto del tempo successivo.
Era il limite massimo.
Apice.
Pienezza.
E pensarci è dolce malinconia ma non tristezza.
Un ricordo che come una goccia cade e rinfresca.
Da allora è cambiato tutto eppure… eppure tu sei lì.
Sei qui.
Lotterò ancora sai?
Si.
Farò come tu mi dici e dicevi, farò così.
Perché non è vero che non ho forza, e non è vero che non so lottare per ciò in cui credo.
Farò così.
Mostrerò chi sono perché nulla può abbattermi, se non è riuscito quel tempo
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