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Terremoto in Abruzzo: 30mila persone ancora fuori città

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10/11/2009, ore 22:12
Intanto Bertolaso annuncia il suo possibile ritiro
Terremoto in Abruzzo: 30mila persone ancora fuori città
di: Elisa Scarfogliero

L’AQUILA – Procede la ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Anche se, stando agli ultimi dati, un po’ a rilento. Sono infatti 30mila gli aquilani costretti a vivere ancora lontano dalla loro città. In molti poi, pur di non lasciare il capoluogo, hanno preferito restare nelle tendopoli nonostante il freddo che già si fa sentire in questo avvio della stagione invernale.
Ad esporre i numeri e a spiegare lo stato attuale dei fatti, è il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Il primo cittadino aquilano, infatti, dopo la presentazione di questa mattina a Montecitorio di un’iniziativa per raccogliere fondi per la ricostruzione, ha tracciato il quadro della situazione. « Stiamo gestendo – ha spiegato Cialente – l’ultimo 30% dell’emergenza, la priorità è quella di trovare una casa per tutti. Il progetto “Case” è riuscito a soddisfare sì e no il 50% della domanda dei nuclei familiari che sono rimasti. Adesso stiamo intervenendo con i prefabbricati. Stiamo lavorando per farcela entro la fine dell’anno. Ieri abbiamo aperto le buste del bando per la costruzione delle case mobili, ma è chiaro che questa è una risposta tampone».
Ci sarebbe dunque un grave ritardo soprattutto per quanto riguarda le case parzialmente agibili, classificate di categoria B e C. Ritardo che comunque dovrà essere colmato soprattutto in vista dell’inverno. « Abbiamo almeno 30mila persone fuori della città. Solo in albergo sulla costa -conclude Cialente- abbiamo ancora 9mila persone. Ci sono bambini che vengono a scuola da cento chilometri di distanza».
Situazione diversa per chi ha deciso di rimanere in tenda per non allontanarsi troppo dall’Aquila; si tratta soprattutto di persone con orari e turni di lavoro rigidi che hanno la necessità di iniziare a lavorare alle sei di mattina; lasciare la città per loro potrebbe significare perdere il posto di lavoro.
Sulla questione è intervenuto anche Guido Bertolaso. «Dal primo ottobre – ha sottolineato il capo della Protezione civile- abbiamo garantito a tutti una sistemazione alternativa, in attesa di essere inseriti in quelle case che sono ancora in costruzione. Abbiamo cominciato a consegnarle a settembre e abbiamo sempre detto che lo avremmo fatto fino alla fine dell’anno. C’è un periodo di transizione, avevamo previsto di dare a tutti una adeguata sistemazione: residence, alberghi ed altre strutture. Qualcuno ha però preferito rimanere in tenda per motivi personali».
Intanto proprio nella giornata di oggi, si è diffusa la notizia che Bertolaso potrebbe lasciare a breve il suo incarico nella Protezione Civile. E’ lui stesso ad annunciarlo dichiarando che potrebbe avvalersi della legge “anti fannulloni” del ministro Brunetta che consente ai funzionari dello Stato di andare in pensione anticipatamente.

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