Acino

Racconti
Tempo di lettura 2 minuti

Non lo so perché oggi ho scelto di salire sul sedile dietro della macchina, credo sia venuto spontaneo, così… fatto sta che mi ritrovo qui.
Alla guida c’è il buon vecchio Simon, lato passeggero nessuno.
Io sto piegato in avanti, appoggiato al sedile anteriore con la testa al di là del poggia testa, a parlare con lui, è una bella giornata di sole questa, inverno e sole, ottima per un bel giro sulla neve.
Siamo in autostrada già da qualche ora, in tranquillità, Simon non è solito correre ed è bello godersi il paesaggio e fare quattro chiacchere nel tragitto, godersi il tempo, godersi lo spazio, godersi la compagnia di…
D’un tratto accanto a noi un camion sembra sbandare un po’, stringerci di lato da destra.
In un’istante sfiora la macchina sul mio lato, non la tocca per un nonnulla e Simon lo schiva, ma sull’altro lato c’è ancora un camion. La macchina rallenta, si lascia sorpassare da entrambi.
Come sempre l’abbiamo scampata, l’ho scampata, si perché tanto ho la consapevolezza che non è ora, che non sarà qui che deve accadere, un po’ come una predestinazione, non lo so spiegare, e poi ora c’è lei.
…dicevo godersi la compagnia tra amici, lasciare che il mondo vada per la sua strada senza vincoli, senza strettoie, senza margini contro cui scontrarsi.
Lontano dal lavoro, dalle preoccupazioni, dai mille pensieri e… ed ancora un camion, questa volta, ancora ci stringe, questa volta è più avanti e il muso della macchina è a metà del rimorchio, e non c’è il tempo di frenare.
Non sento quasi neppure il rumore frastornante assordante della lamiera che si piega, si contorce, il muso della macchina che si stringe schiacciato tra il rimorchio di un camion e la motrice di un altro che è sopraggiunto da sinistra, ma osservo tutto, dura pochi istanti e tutto sta già finendo, anche questa volta ci è andata bene, anche questa volta incredibilmente ci è andata bene, anche se ci siamo andati vicino anche ques. Senza un istante d’attesa sento una pressione sulla schiena, non ho bisogno di vedere per capire che il tetto della macchina sta stringendosi su di me, che qualcosa è arrivato da dietro di noi, allungo la mano, sicuro di poter aprire la porta e fuggire prima di rimanere incastrato, allungo la mano senza neppure accorgermi che la mano non si può, non si potrà muovere, senza pensare che la portiera è schiacciata dalla fiancata di un camion, penso solo che vorrei mandarle almeno un messaggio, dirle qualcosa, penso solo che me la caverò per lei, penso solo che non pensavo che un corpo umano sottoposto a questa pressione potesse somigliare così ad un acino di uva, lo penso un istante mentre tutto esce da me.

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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