“Io sono riuscito a camminare sulla Luna. Cos’è che non puoi fare tu?”.

Gene Cernan Apollo 10
Tempo di lettura 2 minuti

Ieri se ne è andato uno dei miei miti, Gene Cernan. In pochi lo ricordano di fronte ai più blasonati Neil Armstrong o Buzz Aldrin, ma lo ricordo con grande affetto. Ho sempre trovato affascinante l’epoca dei pionieri dello spazio, forse l’ultima grande conquista dopo Cristoforo Colombo: salire su una navicella poco più grande di te ed andare là dove nessun’uomo è mai stato prima, lontano centinaia di migliaia di km da terra senza possibilità di recupero.
Lo si ricorda come “L’ultimo uomo a camminare sulla luna” ma ha fatto parte del piccolo gruppo di Astronauti che vi camminò fin dal primo giorno, fu il secondo americano ed il terzo uomo in assoluto a camminare liberamente nello spazio con la missione Gemini 9 per effettuare una serie di esercizi e di prove di macchinari all’esterno della nave, successero cose che abituati alla fantascienza non ci aspetteremmo come l’appannarsi della visiera e il non avere appigli sufficientemente ergonomici per portare a termine la missione.
La sua seconda missione fu Apollo 10, e lo scopo fu portare il LEM (modulo di allunaggio) a 15 km dalla luna per poter fare i test che avrebbero permesso ad Apollo 11 di atterrare con Armstrong e Aldrin.
Alla terza missione, Apollo 17 fu concesso anche a lui di sbarcare e mettere piede sul suono lunare assieme ad Harrison H. Schmitt, ultimo uomo a mettere il piede sulla luna ma penultimo a risalire subito prima di Cernan. Sulla luna si prese la libertà di scendere dal Lunar Rover e tracciare sulla sabbia tre lettere: TDC, Teresa Down Cerdan lasciando così per sempre le iniziali della propria bambina dove nessuno potrà mai cancellarle, ne vento, ne pioggia ne altra forma di intemperia.

Tracy e Eugene Cernan
Tracy e Eugene Cernan

Sulla sua storia ha scritto un libro ed è stato tratto un bellissimo documentario che si può vedere su Netflix: The Last Man On The Moon, purtroppo mai tradotto in italiano se non nei sottotitoli ma comunque emozionante e di enorme impatto.

Tutto quel mondo di viaggi durò solo tre anni da quando iniziarono quei viaggi fino all’ultimo ed ora di quei dodici uomini che sono stati lassù ne restano in vita solamente sei a memento di cosa l’uomo era in grado di fare con tecnologie che oggi appaiono obsolete ma con la passione di chi ci crede fino in fondo ed è disposto a perdere la vita per un sogno.

 

Per i più pigri un veloce riassunto sulla sua vita da uno dei miei divulgatori scientifici preferiti: Link4Universe con divertenti scene di Gene che canta sulla luna o che inciampa e cade, sempre sulla luna stessa.

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