Modi in cui violiamo la nostra privacy ogni giorno

Family stickers
Tempo di lettura 11 minuti

Oggi si parla moltissimo di privacy ed è un bene, ma spesso se ne parla nel modo sbagliato. C’è un forte timore di aziende che pare vogliano a tutti i costi ledere i nostri diritti e che si arricchirebbero con i nostri dati o sarebbero in grado di controllarci. Parecchie persone sono terrorizzate dall’uso che Facebook, Google, Apple e altri e dell’uso che possono fare dei nostri dati. Sembra che uno dei motivi principali che impedisce la diffusione delle app di tracciamento dei contagi sia ancora una volta il timore che i nostri dati (che ricordiamo in realtà non vengono raccolti: https://wp.me/pQMJM-1Yg) vengano dati ai governi, o peggio -secondo qualche esponente politico- al governo cinese. C’è chi non vuole comprare telefoni cinesi pensando che siano più pericolosi di quelli americani, magari scordando lo scandalo dell’NSA americana (https://tinyurl.com/yx949lgl) perché il pericolo cinese è più spendibile mediaticamente.

Tutto questo è per buona parte causato dalla scarsa conoscenza delle nuove tecnologie e si porta dietro la storia di paura che ogni nuova tecnologia, o in generale ogni novità, si porta dietro. Ma davvero sono questi i reali pericoli per la nostra privacy?
Davvero il pericolo più grosso è Google che conosce la nostra posizione GPS o Facebook che conosce i nostri gusti sessuali?

Molte persone quotidianamente, anche tra quelli che vivono questo genere di preoccupazioni si trovano invece a mettere in pericolo la propria privacy in modi che con i piani di queste grandi multinazionali non hanno per nulla a che fare. Ecco alcuni semplici esempi.

Stick Figure Sulle Automobili

Family stickers

Da alcuni anni vanno di moda delle figurine da mettere sull’auto con la famiglia, spesso si mettono nomi del papà, della mamma, dei figli, perfino degli animali domestici.
Quanto facile sarebbe andare da un bambino e dirgli “Ciao, sono Mauro, l’amico di papà Gino, ti ricordi? Siamo venuti anche a casa e mamma Gina ci ha fatto da mangiare! Come sta il gatto Ginatto?”
Non risultano casi in cui questo sistema abbia avuto davvero un utilizzo specifico ma siamo sicuri che nessuno possa usarlo? Non potrebbe essere più saggio non mettere i nomi?

Storie su Whatsapp/Instagram/Facebook/Snapchat e dintorni

blank

Condividere con i conoscenti quello che stiamo facendo è un bellissimo modo per sentirsi vicini, e ammettiamolo, far vedere a tutti che siamo in vacanza è spesso un bel momento piacevole della giornata vacanziera. Ma siamo sicuri che tutti debbano saperlo? Se la privacy non è impostata correttamente il rischio concreto è che chiunque abbia il nostro numero di telefono per Whattapp, chiunque conosca il nostro account Facebook o Instagram o Snapchat possano sapere facilmente dove siamo ma soprattutto dove NON siamo.

Siamo sicuri di volerlo far sapere proprio a tutti? A volte qualcuno potrebbe essere interessato a sapere dove siamo per farci un dispetto a casa, un furto, una denuncia nel caso avessimo dichiarato diversamente.

Ognuno di queste app o siti hanno delle impostazioni per condividere con specifiche persone gli stati e le storie. Una buona idea è quella di provare queste funzioni e imparare ad usarle.

Foto in generale su Whatsapp/Instagram/Facebook/Snapchat e dintorni

Non sono solo le foto di quando siamo assenti a poter creare problemi. Molto spesso condividono fieramente foto dei propri figli o delle proprie attività, sempre senza i giusti settaggi di privacy. Quanto è facile per uno sconosciuto guardando il vostro profilo capire dove vanno a scuola i vostri figli? Dove vanno a fare sport? Quali sono i loro gusti preferiti? Esistono persone specializzate nell’adescare ragazzi, e i casi di cronaca sono purtroppo numerosi e ben conosciuti. Quale migliore strumento per queste persone se non il profilo social di un ragazzo o del suo genitore quando sono privi di controlli di privacy e di oculatezza nel pubblicare?

In molti casi si possono ricavare altre informazioni come la targa della vostra auto, il modello di allarme installato dentro al vostro appartamento, dove aspettarvi sapendo quali attività fate con regolarità, il limite è dettato solo dalla fantasia di chi vuole sapere qualcosa su di voi e dalla vostra attitudine a regalargli informazioni.

Informazioni rilevabili dalle vostre foto

blank

Lo abbiamo già visto come metodo per scoprire una Fake News nell’articolo “Come riconoscere una Fake News? Parte 6” (https://wp.me/pQMJM-1Ub) ma ovviamente la cosa può essere usata anche contro di noi.

Nelle foto che facciamo, soprattutto se fatte con il cellulare spesso sono inserite molte informazioni, tra cui la posizione GPS in cui è stata scattata e spesso i social network se non correttamente impostati suggeriscono di mostrare tale posizione.

blank

Nelle impostazioni della fotocamera del telefono in genere c’è l’opzione per disabilitare questa possibilità. Ovviamente questo implica non avere i raggruppamenti nelle foto nella galleria o altre funzioni che sono spesso utili e carine. La scelta è libera ma anche qui è bene conoscere l’esistenza di queste funzioni.

Un’altra considerazione che è importante fare è che molte volte non è necessaria la posizione GPS per capire o almeno intuire dove sia stata fatta la foto. Qualcuno che abbia davvero interesse a scoprirlo potrebbe riconoscere il luogo o tentare di risalirci con strumenti semplici come Google Immagini. Anche in questo caso è possibile si riesca a rilevare molte più informazioni di quanto ci si aspetti.

Applicazioni per trovare amici o incontri

blank

Molte applicazioni di incontri come Tinder, Lovoo, Meetic, Grindr, ma anche alcune funzioni di app diverse come Telegram, permettono una localizzazione “lasca” che ci dice quanto distante è una persona che ci può interessare.

Non andrò a parlare del pericolo o meno di esporsi su questo genere di applicazioni, è ovvio faccia parte del gioco e del divertimento di attirare e giocare, e non discuto sulla loro utilità in determinati casi, ne ho fatto uso anche io e non lo nascondo.

Per la gran parte dei casi questo non rappresenta un serio pericolo. Ci permette di provare a metterci in contatto con persone interessanti che siano a poca distanza da noi così da organizzare un incontro di qualche genere con loro piuttosto che con persone troppo lontane per essere incontrate fisicamente. Nessuno -si spera- avrebbe la costanza e la voglia di rintracciarci con uno strumento simile, eppure è bene sapere che è possibile.

blank

Chiunque abbia avuto per esempio problemi di stalking deve essere consapevole che con tanta costanza, fatica e diversi movimenti e spostamenti spaziali è possibile prendendo la vostra distanza più volte da più punti trovare la vostra posizione. Facendolo magari in un orario in cui siete necessariamente a casa.

Per quanto la tracciatura della posizione di queste app sia imprecisa, più alto è il numero di rilevazioni più sarà facile rintracciare la vostra posizione.
Non al centimetro magari ma è verosimile trovare il quartiere, o l’isolato. Se aveste un serio motivo di nascondervi da qualcuno potrebbe essere più che sufficiente per causarvi qualche serio problema.

Il vostro numero di telefono e la vostra mail

blank

Conoscendo il vostro numero di telefono o la vostra mail, e inserendoli in social network, se li avete usati per registrarvi e non avete impostato correttamente la privacy sarà facile trovare il vostro profilo.

Questo significa che se per esempio metterete il vostro numero di telefono o la vostra mail su un contratto o su un annuncio sarà facilissimo per chi volesse andare a verificare che tipo di persona siete, anche se sui social non siete registrati col vostro nome vero. Immaginate che bello andare ad un colloquio di lavoro in cui, grazie all’indirizzo mail che avete usato per mandare il curriculum, abbiano potuto visionare quelle foto da ubriachi mentre giravate mezzo nudi per il centro storico in cui i vostri amici vi hanno taggato sei anni fa.

Il giochino vale anche con il “doppio salto” magari avete lasciato il numero di telefono su un sito in cui avete venduto un tostapane, ma su quel sito compare la vostra mail o il vostro nome, da cui magari è possibile risalire a un nickname che magari si ritrova anche su Instagram.

Potrebbe valere anche il contrario, una volta trovato il vostro profilo social e visto il nickname con cui siete registrati

blank
blank

qualcuno potrebbe cercare lo stesso nickname e trovarvi su altri siti o social. Magari proprio su quel sito dove avete provato a vendere il tostapane e in cui avete inserito il vostro numero di telefono.

Più dati spargiamo, e più coerentemente lo facciamo (per esempio usando lo stesso nickname ovunque) più è facile per qualcuno raccogliere informazioni e correlare i dati.

Qui ci sarebbe da aprire un’enorme parentesi su usare lo stesso nickname e pure la stessa password, ma questo è un’argomento di cui magari parlerò un’altra volta.

Telecamere installate all’interno della propria abitazione

Sta diventando sempre più di moda, grazie al cosiddetto Internet of Things installare cose dentro e fuori casa che comunicano in internet, spesso con cose che non conosciamo.
A parte casi noti come:

Motivi per cui consiglio di non comprare aggeggi elettronici o smart dove non ci sia un valido motivo perché siano elettronici o smart, e se proprio è necessario comprarli farlo da produttori affidabili.
Il problema più serio e comune, a mio avviso, sono invece le telecamere di sorveglianza che molti comprano e installano senza conoscerne gli effettivi rischi.

L’apparente sicurezza di poter vedere cosa succede nella propria casa anche da remoto sullo smartphone o su un PC nasconde un grosso pericolo: che possa farlo anche qualcun’altro. Molte delle telecamere in commercio hanno una password standard uguale per tutti i modelli della stessa marca facilmente recuperabile dal web (per esempio: https://www.manolog.it/ip-camera-default-password/). Questo implica che se non cambiamo noi la password sarà facilissimo per chiunque spiarci, vedere cosa facciamo in casa, vedere quando siamo fuori, vedere se abbiamo un impianto di allarme, o violare la nostra intimità in base a dove l’abbiamo installata.

Possibile? Ma come fanno a connettersi? Con lo stesso software che usate voi, e cercandovi su un apposito motore di ricerca come www.shodan.io, un motore di ricerca che fa scansione delle reti trovando dispositivi come webcam o altro non sufficientemente protetti e per tanto acccedibili da chiunque. Trova anche router, database, sistemi di controllo industriali… qualunque tipo di servizio sul web privo di password o con password di default. Iscrivendosi è possibile guardare nelle case di milioni di persone senza che loro lo sappiano. E anche qui i casi di cronaca sono parecchi, e anche le guide per farlo.

Quindi qual’è la soluzione?

In realtà non serve una soluzione, in un mondo interconnesso in cui quasi tutto è basato sulle informazioni è normale che le cose funzionino in questo modo e la questione non è avere paura o non avere paura ma conoscere o non conoscere. Anche con le tecnologie di oggi i pericoli è più probabile vengano da qualcuno che ci conosce o che ci è vicino rispetto a gigantesche aziende a livello mondiale per le quali siamo essenzialmente dei numeri. Per quelle abbiamo a proteggerci il GDPR (www.garanteprivacy.it/il-testo-del-regolamento), abbiamo le leggi internazionali, e abbiamo il fatto che difficilmente a qualcuno in una gigantesca azienda americana ha davvero interesse a sapere cosa fa Giggino a Canicattì, se non come dato aggregato a cui mandare pubblicità mirate. Il pericolo, se ne esiste uno, viene dal nostro usare in maniera superficiale la tecnologia, o semplicemente dai nostri comportamenti. Dal non conoscere le implicazioni tecniche di quello che facciamo e degli strumenti che utilizziamo.
Il vero nocciolo del discorso è esattamente questo: pensare prima di fare. Poi come sempre ognuno è libero di gestire la propria privacy e i propri strumenti tecnologici come preferisce, rimarrà sempre chi da un lato ha la fobia della violazione della privacy e chi dall’altro pensa “tanto non ho nulla da nascondere”, ma l’importante e che entrambi sappiano come muoversi, quali possono essere le conseguenze.

Categorie Articolo: , , , , , ,
blank

Questo blog non è solo sull’Uso Consapevole Delle Tecnologie

Questo è un blog politico. Che piaccia o no. Ma difficilmente mi si vedrà schierato a favore di un partito, o contro un partito… per partito preso.
Politica è essere o non essere razzisti, essere o non essere a favore dei diritti e delle libertà, politica è scegliere di buttare per terra una cartaccia o di raccoglierla e metterla in un cestino della differenziata, politica è scegliere tra accogliere o discriminare, sono tutte cose che non sono di destra o di sinistra, che non dovrebbero appartenere a l’uno o all’altra fazione politica. Sono “cosa pubblica”, sono bene pubblico.
Qui puoi leggere di più sulla mia idea di politica

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per essere avvisato quando verranno create nuove pagine o eventi su staipa.it

Unisciti a 16 altri iscritti

2 risposte a “Modi in cui violiamo la nostra privacy ogni giorno”

  1. Avatar Beppe Mellini

    Bellissimo articolo, ineccepibile!👍🏻
    Senza voler in alcun modo attribuirmi “competenze di giuduzio”, solo “gusti personali”, bravo veramente!! 👍🏻

    1. Avatar Stefano Giolo

      Beppe Mellini grazie ❤️

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Short link

short.staipa.it/lg53w

Citazioni a caso

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazioni di vissuti, sogni e immaginati. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.Stefano Giolo
staipa.it/blog

Categorie Articoli