Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Power Balance, la fiera dei gonzi

Fonte: ATTIVISSIMO

L’Autorità garante della concorrenza in Italia ha “avviato un’istruttoria per una ‘possibile pratica commerciale scorretta’ nei confronti delle società che distribuiscono il prodotto che promette ‘forza ed equilibrio'”, ha annunciato l’ANSA.
Le due società, Power Balance Italy e Sport Town, “attribuiscono ai colorati braccialetti di silicone e di neoprene […] effetti positivi sull’equilibrio, sulla forza, sulla flessibilità e sulla resistenza fisica di chi li indossa.” Ora hanno quindici giorni di tempo per documentare scientificamente che quello che dicono è vero e dimostrare che i braccialetti non hanno controindicazioni.

Ma mi permetto di dissentire. Il braccialetto Power Balance funziona. Semplicemente, le due società hanno sbagliato classificazione merceologica: dovevano collocarlo fra gli strumenti per la rimozione del piumaggio dei volatili.

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Ricercatore si vanta di essere il primo uomo infettato da un virus informatico. I media abboccano

FONTE dell’articolo: attivissimo.blogspot.com

Cosa non si fa per attirare l’attenzione ed abbeverarsi alla vacua fonte della celebrità. Mark Gasson, ricercatore del Cybernetic Intelligence Research Group dell’Università di Reading, nel Regno Unito, dichiara di aver memorizzato un virus su un chip e di essersi impiantato il chip dentro il corpo, diventando così il “primo uomo infetto da virus per PC”. Così almeno scrive il Corriere della Sera, nella rubrica Scienze, in un articolo a firma di Elmar Burchia, senza alcun accenno di critica sulla plausibilità della notizia.

Anzi, sottolinea il Corriere, questo dimostra che “dispositivi medici avanzati come pacemaker o impianti cocleari possono essere vulnerabili ad attacchi di hacker.” Roba da panico. Abbocca anche la BBC, dalla quale il Corriere ha tratto la notizia (una volta tanto linkandola, in un lodevole gesto di trasparenza).

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Facebook, chat private diventano pubbliche

Articolo tratto da attivissimo.blogspot.com

Una falla in Facebook permetteva agli utenti di leggere le chattate private dei loro contatti (quelli che Facebook molto impropriamente chiama “amici”) e di vedere le richieste di “amicizia” in sospeso di quei contatti  e (secondo PcMag.com) di qualunque utente Facebook. La funzione di chat è stata temporaneamente rimossa e poi riattivata dopo aver corretto la falla, segnalata inizialmente dal sito Techcrunch.com.

Come funzionava? Nelle opzioni di privacy di Facebook c’è un’opzione che permette a un utente di avere un’anteprima del proprio profilo così come lo vedono i suoi “amici” (Account – Impostazioni sulla privacy – Informazioni del profilo – Anteprima del mio profilo). Immettendo il nome di un contatto nella casella Guarda l’anteprima di come il tuo profilo viene visualizzato da una persona specifica, si accedeva alle chat private e alle richieste di “amicizia” di quel contatto.

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"Luna? Si, ci siamo andati!"

È disponibile da oggi l’edizione completa del libro “Luna? Sì, ci siamo andati!”, che affronta e smonta con i fatti, una per una, le principali tesi di chi sostiene che gli sbarchi umani sulla Luna furono una messinscena e chiarisce i dubbi di chi ha sentito parlare di queste tesi e vuole capire come stanno realmente le cose per non farsi fregare dai contaballe spaziali.

Il libro è anche un’occasione di conoscere meglio l’epopea dei viaggi spaziali con dovizia di dettagli e di chicche curiose e poco conosciute.

“Luna? Sì, ci siamo andati!” è scaricabile gratuitamente in formato PDF senza lucchetti digitali anticopia (DRM): è legalmente copiabile e distribuibile secondo la licenza Creative Commons riportata nel testo. Lo scopo del libro è far conoscere i fatti, non farmi diventare ricco.

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Vodafone "recupera" i costi di ricarica? Calma un attimo…

Ancora una volta tanto per cambiare dopo aver ricevuto la mail su di un “trucco da parte di Vodafone per recuperare i costi di ricarica” cito il blog Attivissimo, un po’ perché ho fatto delle prove e cercato informazioni e sono giunto alle sue stesse conclusioni, un po’ perché non ho tempo di scrivere un articolo mio per intero in questo momento, un po’ perché le informazioni a cui ha avuto accesso sono più dettagliate delle mie e soprattutto perché credo che molti dovrebbero dare un’occhiata al suo blog prima di dar voce a certe informazioni quali questa e quali le miriadi di petizioni che girano via mail.

Sta circolando una catena di Sant’Antonio via e-mail che teorizza un trucchetto da parte di Vodafone per “recuperare”



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Petizione a favore dell'uso e dello sviluppo dell'Idrogeno. Cosa buona e giusta?

In questi giorni sta girando la seguente informazione, via mail, vi prego di leggere attentamente il contenuto o di comunque andare a leggere il mio commento sotto in quanto io non sono affatto d’accordo.

Oggetto: Da beppe grillo: importante!
Un cittadino italiano ha finalmente deciso che gli fa troppo male respirare le polveri sottili e vedere persone a cui vuole bene morire di cancro intorno a se per il benessere delle multinazionali petrolifere e ha chiesto alla commissione europea (dipartimento dell’ambiente) di creare una legge che obblighi i
padroni del petrolio ad installare accanto ad ogni distributore di benzina almeno un distributore ad
idrogeno e di incominciare a produrlo utilizzando energie rinnovabili.
In parole povere questa legge favorirà l’introduzione sul mercato delle automobili ad idrogeno a ***ZERO
INQUINAMENTO*** e ad alte prestazioni!!!


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Attenti a Checkmessenger.net

Attenti a Checkmessenger.net, il sito che promette favori ma ruba le password

Questo articolo è preso dal blog attivissimo

Circola da qualche tempo la segnalazione di Checkmessenger.net, un sito che si definisce “il più grande portale su MSN Messenger in Internet” e promette di aiutarvi a scoprire i contatti MSN che vi hanno cancellato e soprattutto di farlo “in modo rapido, gratuito e sicuro“.

Il sito stesso chiarisce di non essere affiliato a Microsoft: “CheckMessenger.NET NON ha nessuna relazione con MSN Messenger o Microsoft Corporation” e garantisce i suoi visitatori dicendo che “CheckMessenger.NET NON conserva né gli indirizzi di posta elettronica né LE password degli utenti che utilizzano questo servizio“.

Ma secondo GXware.org, in un articolo di Salvatore Aranzulla, non c’è da fidarsi, perché c’è sotto la trappola: Checkmessenger.net

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