Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

La mia prima volta (Il sangue)

<- La mia prima volta
<- La mia prima volta (La vita)
<- La mia prima volta (L’anima)

Ricordo la prima volta come se fosse appena accaduta. I suoi capelli erano lunghi fino quasi a metà schiena castano scuro, lisci e morbidi. Tendevano a stare con la riga in mezzo come li aveva tenuti probabilmente per anni ma la sua mano continuava a scompigliarli dandole un movimento fluido e compatto posizionandoli ogni volta in maniera diversa. Ricordo perfettamente il bianco chiaro del suo corpo, la sua pancia piatta ma morbida di quel lieve strato di adipe che ogni donna dovrebbe avere, ricordo parte di me scivolarle liquida sulla pelle della pancia ed entrare nell’ombelico fino a farlo traboccare e poi scendere di lato accanto all’osso del bacino. Lentamente. Fu quello probabilmente a scatenare il tutto di ciò che avvenne successivamente.

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Le domande del vivo

Ci sto pensando da un po’. Al togliersi la vita, non specificatamente al togliermi la vita. Ne ho scritto un po’ “Una società incapace di comprendere il suicidio e la droga“, ma non come avrei voluto. Recentemente sembra che il suicidio stia diventando particolarmente mainstream, tra la mezza bufala del Blue Whale,  13 Reasons Why  che ne da una visione piuttosto romanzata e meno drammatica ma che potrebbe aiutare molti a capirne almeno parte dei meccanismi, il suicidio di Chris Cornell. Un mito della gente della mia età, uno che almeno una volta nella vita avresti voluto essere al suo posto, su quel palco, davanti a migliaia di fan in deliro, un uomo da invidiare.
Non credo sia un male parlarne. Credo che la società dovrebbe essere maggiormente in grado di recepire il suicidio come realtà possibile e comportarsi di conseguenza, non tanto per evitarlo come fatto in sé quanto per evitare che le persone che abbiamo accanto soffrano al punto di arrivare a questa scelta.

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La mia prima volta (L’anima)

<- La mia prima volta
<- La mia prima volta (La vita)

Ricordo la prima volta come se fosse appena accaduta. I suoi capelli erano mossi, castano chiari, ricordo che a far scattare il tutto fu un ricciolo sbarazzino sulla fronte, si staccava dal resto dei capelli per spingersi fiero verso il centro e risalire. Quel ricciolo aveva attratto la mia attenzione, sembrava richiedere tutta la mia attenzione, sembrava volere che la mia attenzione si concentrasse solo su di lui quasi ignorando il resto della figura che lo portava. Avevo tredici anni ed eravamo a scuola nell’aula magna, non ricordo esattamente per cosa fossimo lì perché la mia attenzione era rivolta altrove. Non avevo idea di chi fosse perché era in un altra classe ma quel ricciolo spavaldo era in qualche modo un simbolo nella mia testa, il simbolo che avrebbe scatenato tutto il resto.

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Come funziona questo blog

Negli ultimi mesi ho notato con piacere un notevole aumento degli accessi a questo sito, probabilmente complice alcuni articoli che vengono quotidianamente visitati da nuovi utenti (vedesi a sinistra li “Articoli più letti in assoluto”), il mio cambio di rotta nella scrittura o lo scriverci più spesso, o tutte queste messe assieme.
Ti ringrazio.
Ringrazio te che stai leggendo ora, e ancora di più se sei uno di quelli che tornano spesso.
Colgo l’occasione però di fare chiarezza, come ho già fatto in passato, su come questo blog ed il mio modo di scrivere funzioni, è un discorso che faccio più per le persone che tra quelle che mi seguono mi conoscono direttamente che per gli altri, ma probabilmente può essere interessante anche per questi.
In ogni articolo, ad eccezione probabilmente di quelli palesemente politici sull’attualità, c’è finzione e realtà, pensieri reali e di personaggi, ma soprattutto finzione.

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Perché vivo?

“Non sei tu il mio problema. Voglio dire, che sì, ci sto male, mi si strappa l’anima ma il mio problema non sei tu.” era seria mentre lo diceva, molto seria. “Piuttosto ho creduto che tu potessi esserne la soluzione. Che tu mi avresti portato via da tutto questo. E non è colpa tua se non l’hai fatto, se le mie aspettative sono state disattese, è stata la mia fuga, il mio usarti come mia fuga.”
Mi accorsi solo in quel momento che il cielo plumbeo alle sue spalle sembrava essere lì a sottolineare le parole che lei stava pronunciando. Come se avesse organizzato lei tutto questo, e forse è così. Mi accorsi solo in quel momento anche del rossetto scuro che evidenziava le sue labbra. Non lo aveva mai messo prima, o almeno non che io ricordi. Mi ero mai accorto davvero di come si truccasse?
Rimasi in silenzio. E lei abbassò le spalle come arrendendosi alla mia stupidità.

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Racconti

Immergersi in te stesso (edited)

*il racconto è stato modificato dopo la pubblicazione iniziale*
Non è buona norma in genere immergersi in solitaria, in tutti i corsi insegnano a scendere sempre con in compagno ma d’altronde sono molte le cose che non è buona norma fare, ad esempio scendere con un bombolino ean 70 in una immersione profonda, ad esempio, ma non credo che nessuno dei due rappresenti un problema per l’attività che ho scelto di fare oggi.
Questa è una bella sera di una stellata come poche volte se ne vedono, complice l’inverno e lo scarso turismo la gran parte delle luci sono spente e questo permette di vedere il tutto illuminato solo dagli astri e dalla luna che sta salendo lentamente all’orizzonte tra i monti. L’aria è frizzante e viva, e l’acqua assolutamente calma, un’ottima notte per un’esperienza come questa.

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Racconti

L’uomo nero

Non riesco a capire.
Qualcosa è cambiato, ma non focalizzo se a cambiare sia stato il mondo, lentamente, o la mia mente. Cammino, mi guardo attorno e vedo cloni, cloni di cloni, e altri cloni. Guardo il volto delle persone, i vestiti, i movimenti, gli argomenti. Cloni, cloni di cloni ed altri cloni.
Ogni persona che incontro, ogni persona con cui parlo, inaffidabile, presa dai pensieri di qualcosa che crede essere solo un suo problema ma che è identico ai finti problemi di tutti quelli che lo circondano, incapace di mantenere parola o attenzione. Manca il tempo, manca il tempo. Sembra che tutti vivano conquistati dagli uomini grigi di Momo di Ende. Un libro che oggi tutti dovrebbero leggere, ma che basterebbe leggesse uno perché uno è uguale a tutti. Almeno ho questo sospetto.
Non riesco a focalizzare.
Non capisco se ieri il mondo non fosse così, se sia cambiato nel tempo lentamente o se sia io ad essere cambiato.

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San Nemo 2015 parte 2

Ecco qui, seguito della prima finalmente la recensione dei partecipanti alla seconda serata, non mi occupo di classifiche, né mi interessa saperle, quindi scartati o non li ascolto, come sempre, come solamente ascoltati.

Nina Zilli “Sola”: Co me al so li to, non sop porto il suo mo do di canta re. Pro va a fa re un blu es, bana lotto, e sen za morde nte, e pri vo di corre tta silla bazione. Maaa aaaa aaaa aaaa aaaa il fi naaa aaa aaaa leeeeeeeee……. è ancora piùùùùùùùù banaaaaaaleeeeeeeeeeeeeeee………

……mmmmm……yyyyyeeeeehhhh

Marco Masini “Che giorno è”: il titolo della canzone è ciò che dice ogni volta che lo riesumano, ho sempre trovato che sia uno dei cantanti con la voce più interessante del panorama italiano, testi e depressione a parte, ma parte in modo un po’ insicuro che fa decadere anche questa mia speranza, anche nell’urlato sembra abbia meno mordente rispetto ai bei tempi, probabilmente non si era svegliato del tutto.

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Buone Nuove e Cattive Nuove e Buonissime Nuove dal Trovatello!

Ed eccomi finalmente per gli affiatati fan del Trovatello a darmi buone e cattive e buonissime nuove!

La cosa incredibile è che c’è gente che mi contatta per chiedermi come sta il trovatello!!!
Bene ecco le notizie salienti di quest’ultimo periodo.
In un primo momento sembrava avessimo trovato un vecchio motore da 25 cavalli per soli 200 euro, buttato nel dimenticatoio del magazzino del meccanico di un negozio di nautica!
Ormai mancavano finalmente pochi giorni a poter usare il nostro supergommone!!
Giunto il giorno di andare a prendere il motore io e

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